I was up late watching my Giants play the Carolina Panthers (they won in OT– now you see the importance of Brandon Jacobs), and today is a Baby Day, so I have no deep thoughts to blog. So here are some quick comments on recent reading:
- The Hero of Ages by Brandon Sanderson. This is the concluding volume of the Mistborn trilogy, and reading it confirms that he was the right choice to finish the Wheel of Time. This book takes a huge, complicated plot, and brings all the various pieces together for a satisfying conclusion. He also does a nice job of complicating the set-up from the original book– people who initially seemed Pure Evil get some motivation that makes sense, and some details that seemed inexplicable get explained. I look forward to seeing what he does with the Wheel of Time conclusion.
- Magic Bites and Magic Burns by Ilona Andrews. The first two books of a quasi-PI series set in Atlanta after a resurgence of magic. These are told in first person, narrated by the female main character, and have a few too many ruminations about the ass-kickingness of the protagonist. I was briefly worried that this might be a subconscious bias against the main character being a woman (this is what I get for reading too many blogs), but on reflection, I have the exact same reaction to Simon Green’s Nightside books. In both cases, I found myself thinking “Yes, you’re a badass. Please move along” far too frequently. They’re diverting enough, but don’t bear too much thinking about.
- Implied Spaces by Walter John Williams. A far-future SF novel about a world in which humanity has figured out how to make “pocket universes,” accessed through wormholes, which are used, among other things, for a LARP setting on a grand scale. The set-up is great, but the execution is kind of enh. There’s a lot of flat-out infodumping, the bad guy’s motivation doesn’t make much sense, and despite being set a couple thousand years in the future, all of the historical references are to events in the twentieth century or earlier.
And that’s the trashy genre fiction I’ve been reading recently.
La teoria del “caos deterministico” è andata oltre i confini scientifici, stabilendosi in quella Svizzera neutrale dove converge il lavoro di diverse discipline. I fenomeni del mondo reale si verificano in modo apparentemente o realmente casuale? Se lo sono chiesti gli Amleti della filosofia, della sociologia, della psicologia. Al Centro Ricerca Kiranet, nell’ambito delle sperimentazioni nell’ambito della tecnologia RFid
(Identificazione a Radio Frequenze), l’interrogativo sul caos deterministico continua a suscitare entusiasmi ed inquietudini tra i ricercatori.
In laboratorio stiamo implementando un sistema hardware/software per ridurre il F.O.D. (Foreign Object Damage) e cioè il rischio di smarrimento di oggetti a bordo degli aeroplani. Utilizziamo le antenne per leggere i tag. L’esperimento consiste nel misurare la potenza del segnale di risposta che, dal tag, arriva all’antenna. La potenza varia al variare della distanza tra i due oggetti RFid: se avviciniamo il tag all’antenna, la potenza del segnale aumenta. Se lo allontaniamo, si riduce. Ma come? La prima parte degli esperimenti, condotta al di fuori della camera anecoica e quindi nella “zona non quieta”, è quella che ha suscitato più riflessioni da parte di tutti. Le riflessioni più interessanti sono pervenute da parte di coloro che non avevano alcuna competenza sui campi elettromagnetici: “David Hume negava all’uomo la capacità di formare liberamente i propri desideri e le proprie convinzioni”. E’ una delle conclusioni alle quali siamo pervenuti anche noi osservando il modo in cui si comporta il campo elettromagnetico. Quando credi di aver dato assetto ad un segnale, la cui potenza oscilla tra un limite superiore ed un limite inferiore, ci sarà un outlier. Un dato aberrante, non previsto. Fumi la Merit e riformuli i disegni sperimentali. Nel diciassettesimo secolo il deismo ribadiva il concetto di predeterminazione dell’universo ad opera di un’entità metafisica esterna ad esso e causa prima del tutto. Considerazioni di tipo teologico sono state inevitabili anche durante le sperimentazioni. << Hai presente l'area dell'improbabile sottostante una distribuzione normale? - dicevo ad Anna - bene, l'entità dei deisti risiede lì >>. Lei sta al gioco e risponde: << il valore "α" lo decidi tu>>. Io sorrido e sto zitto in italiano.
Sul concetto di predestinazione hanno riflettuto pensatori illustri. Manzoni si interroga sulle possibilità di salvezza dell’anima non eletta da Dio. E’ il problema del libero arbitrio di Lutero. La varianza, δ2 = 1/n â ( xi – μ)2, calcolata grazie al campione di valori relativi alla potenza del segnale di risposta, mi lascia pensare che anche il campo elettromagnetico sia dotato di un libero arbitrio. In alcuni casi, questo campo sembra prendere l’iniziativa per disperdersi e confonderci. Se si segue la dottrina filosofica del determinismo però, se ne conviene che tanto gli eventi umani quanto quelli strettamente scientifici sono determinati da un preciso schema di causa-effetto. Si torna al concetto platoniano per il quale tutto è manifestazione di regolarità matematica, tutto è ascrivibile ai quei “triangoli e cerchi” galileiani che sono alla base dello schema della Natura. Del resto, siamo abituati a pensare che esista Qualcosa o Qualcuno che indirizzi il nostro percorso, perché l’idea di percorrere un sentiero già marcato ci culla e ci rassicura.
All’aumentare della distanza tra il tag e l’antenna, la potenza del segnale di ritorno
(segnale che va dal tag verso l’antenna) diminuisce. Per divertimento abbiamo sperimentato fino in fondo il fenomeno, volutamente al di fuori della camera anecoica. L’obiettivo è senza dubbio quello di scrivere l’equazione di relazione tra la variabile indipendente “distanza” e la variabile dipendente “potenza del segnale”. Abbiamo avviato il processo di regressione facendo alcune ipotesi. L’ipotesi di una relazione lineare è stata scartata subito: tanto valeva dare ragione ai Greci che attribuivano i loro destini al Fato. Modello polinomiale? Lo proviamo e ci risponde l’R2 ( corretto) con un valore del 68%. Questo significa che il nostro impegno nell’esperimento è riuscito a trovare un modello che spiega la variazione della variabile dipendente (potenza segnale) nella misura del 68%. E’ un po’ come avere “cinque” al gioco del sette e mezzo, con le carte napoletane. << Sto bene! >>.
In Psicopatologia della vita quotidiana Freud analizza il paranoico. Quest’ultimo è ossessionato dall’idea che le persone che lo circondano siano in qualche modo “coalizzate” per danneggiarlo e quindi, proprio al pari del superstizioso, non vede casualità negli eventi, ma ad essi sottende sempre una sorta di predeterminazione. Gli esperimenti con il campo elettromagnetico ci rendono paranoici. “Proiettiamo” nel mondo esterno la nostra condizione psichica, la mancanza di casualità propria della dimensione inconscia. Diamo nascita a miti e religioni. Intravediamo segnali. Freud si è posto il problema della predeterminazione delle azioni umane ed oggi possiamo addirittura parlare di “determinismo psicologico”.
Il campo elettromagnetico, come l’individuo, è strettamente legato al contesto in cui vive: parliamo di quel rapporto dinamico tra soggetto/ambiente già evidenziato dagli scrittori naturalisti, al quale vanno aggiunti fattori ereditari e biologici. L’individuo, inoltre, tende a ripetere gli schemi comportamentali delle persone che gli sono vicine e che lo hanno cresciuto. L’ipotesi di “simpatia” tra i campi elettromagnetici non dovrebbe essere trascurata. Aggiungerei.
E cosa dire degli atti mancati, i cosiddetti “lapsus”? Qualcosa di apparentemente insignificante, ma non casuale. Al nostro inconscio basta un momento di distrazione per prendere il sopravvento… “Una volta, accingendomi a prendere il biglietto alla stazione Reichenhall, non mi vuol venire in mente il nome che del resto mi era molto familiare, della principale stazione successiva, dalla quale sono passato tante volte. Devo per forza cercarlo sull’orario ferroviario. Il nome è Rosenheim (dimora delle rose). Allora capisco subito per quale associazione mi era sfuggito. Un’ora prima avevo fatto visita a mia sorella che sta vicino a Reichenhall; mia sorella si chiama Rosa: ecco dunque un altro Rosenheim ( dimora di Rosa)” (Freud).
Qualsiasi cosa, anche la più trascurabile, può avere effetti sulla nostra vita. Resta da definire la portata di questo battito d’ali di farfalla. La nostra anima, in fondo, non è in una camera anecoica. Ci avviciniamo alla mia auto al parcheggio. Una uguale è parcheggiata accanto alla mia.
Alberto Fortunato e Anna Romano
You’ve been spammed in Mexican, Chad.
Italian, I believe.
I’m pretty much with Chad on all these books, except that I may have liked them a bit better than he did. The Andrews, for example, is up there with Patricia Briggs as my favorite urban fantasy genre, but I don’t ask for too much there.
The weird thing about the Italian spam is that there’s no URL. I don’t quite see the point. I mean, I suppose I could punch it into Babelfish and find out what they’re going on about, but I just don’t care.
I probably would’ve deleted it, were it not for these other comments.
I definitely don’t consider the Andrews to be on par with Briggs. I gave up after these two Andrews’ books. They weren’t bad, but just had a bunch of plotting and characterization inconsistencies that bothered me. The Briggs books are well done. Great characters, well done world-building, and excellent pacing.
Glad to hear the Mistborn trilogy ends well. I’m halfway through book one and enjoying it so far.
My Italian is very rusty, but a single post that includes mentions of a theory of deterministic chaos, RFID chips, “Foreign Object Damage” in aircraft, electromagnetic fields, the salvation of the spirit *and* a math equation in the same paragraph, Freud’s analysis of paranoia, the Bavarian resort spa of Reichenhall, similarities in names between German and Italian, and a statement that “Our spirit is not in an anechoic chamber” leads me to believe that a tinfoil hat will be more useful than a Babelfish translation.